2023
Storia e Memoria 2/2023
Dalla Resistenza alla cittadinanza europea.
Negli ultimi anni l’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” e la rivista “Storia e Memoria” hanno dedicato una grande attenzione all’Europa, nella consapevolezza che il processo d’integrazione continentale ha rappresentato uno dei grandi eventi internazionali del secondo Novecento, una vera e propria cesura nella nostra storia. Si è trattato infatti di un processo che nel suo complesso – sia detto senza alcun intento celebrativo – ha contribuito ad affermare la pace nel vecchio continente dopo la tragedia delle guerre mondiali, ha favorito lo sviluppo economico e la modernizzazione della nostra società, ha concorso a consolidare le istituzioni democratiche degli Stati membri della Comunità, alcuni dei quali appena usciti dagli anni bui della dittatura. Nell’arco di settant’anni di storia comunitaria i Paesi europei hanno goduto di un periodo di benessere mai conosciuto in precedenza e i loro cittadini hanno conquistato nuovi diritti civili e sociali, ivi inclusa, a partire dal Trattato di Maastricht, la cittadinanza europea. Come sappiamo si tratta di un processo ancora in fieri, tutt’altro che lineare e non privo di contraddizioni, ma la cui importanza – forse, perfino, la cui necessità – è stata ulteriormente evidenziata dalla crisi economica suscitata dalla pandemia e dalle drammatiche vicende internazionali che hanno portato la guerra ai confini dell’Unione Europea – dall’Ucraina al Nagorno Karabakh, sino al recentissimo conflitto in Israele. La gravità di tali crisi ha infatti reso irrealistica, da parte degli Stati nazionali, la ricerca di una risposta a livello statale, sia sul piano economico sia sul piano della sicurezza, nonostante vi siano ancora forze politiche sostenitrici di questa posizione. Di qui il Next Generation EU e la faticosa convergenza dei Paesi membri in politica estera, perché risulta evidente che, in uno scenario internazionale che vede come protagonisti la Cina, la Russia e gli Stati Uniti, gli Stati europei possono giocare un ruolo solo se integrati nella UE. Si aprono perciò oggi nuove opportunità per rilanciare quel discorso dell’integrazione politica, da tempo trascurato almeno dalle istituzioni europee, che era stato previsto da Schuman sin dalla celebre
Dichiarazione del 9 maggio 1950. Nel presentare alla stampa internazionale il progetto della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio il ministro degli Esteri francese aveva infatti affermato che “con la messa in comune di produzioni di base e l’istituzione di una nuova Alta Autorità, le cui decisioni vincoleranno la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, questa proposta realizzerà le prime basi concrete di una federazione europea indispensabile al mantenimento della pace”. Ma è comunque necessaria una volontà politica da parte degli Stati membri per procedere in questa direzione, non vi è alcun automatismo. Si tratta, pertanto, di un percorso irto di ostacoli, non solo per il riemergere di nazionalismi populisti ed euroscettici, ma perché non è oggettivamente facile raggiungere accordi significativi tra i 27 governi degli stati che compongono oggi la Ue, perché esistono posizioni diverse tra le forze politiche e all’interno degli stessi gruppi parlamentari europei, perché mancano leader carismatici in grado di favorire questa evoluzione “federalista”, perché il consenso dei cittadini nei confronti dell’Europa risulta altalenante, e comunque non particolarmente ampio, come mostrano periodicamente i sondaggi dell’eurobarometro.
Storia e Memoria 1/2023
Dalle Resistenze europee alla cittadinanza dell’UE. Radici e prospettive del progetto europeista. VI Zona Operativa Ligure. In memoria di Giuseppe Balduzzi.
Nell’anno in cui ricorre l’80° dell’inizio della lotta di liberazione, per molteplici ragioni abbiamo deciso di pubblicare sul primo numero di “Storia e
Memoria” una ricerca di Alessio Parisi, Donatella Chiapponi e Luca Fiorito su Giuseppe Balduzzi – “Marco II” – nel contesto della VI Zona Operativa – e
un saggio di Guido Levi su Giovanni Battista Varnier – Professore Ordinario di Storia di Diritto ecclesiastico e canonico, Preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Genova, nonché Vice Presidente dell’ILSREC: due personalità, recentemente scomparse, che per molti lustri hanno animato l’attività dell’ILSREC. Proporre una rilettura critica delle vicende che hanno segnato il Novecento italiano ed europeo, nella dimensione locale, nazionale e sovranazionale, vuole significare per noi porre l’attenzione sia sul “metodo basato sulla verifica delle fonti”, sia sulla “complessità dei fenomeni storici”; convinti
che solo muovendo da questo approccio, si possa svolgere una rigorosa opera di pedagogia culturale e civile a fronte di un “uso pubblico della storia” distorcente, superficiale e dogmatico. A tal fine abbiamo promosso i progetti del 2023 e finalizzato la ricerca sulla “VI Zona Operativa”, significativo segmento del più ampio e articolato ventaglio delle diverse Resistenze nazionali. Come emerge dall’interessante ricognizione dei nostri ricercatori, il Servizio informazioni e polizia (SIP), a capo del quale fu Giuseppe Balduzzi, nacque in parallelo alla formazione della VI Zona Operativa ed era preposto a gestire i rapporti con la popolazione locale, l’amministrazione della giustizia, il servizio di polizia, quello di intelligence e lo scambio di prigionieri: in tutta evidenza gangli delicatissimi della struttura politico-militare di un’area strategica rilevantissima. Non a caso le stesse missioni alleate costruirono con il SIP un rapporto di stretta collaborazione e reciproca fiducia.
2022
Storia e Memoria 2/2022
La Conferenza internazionale di Genova del 1922
1922-2022 – L’Europa a un bivio: questo il titolo che abbiamo voluto dare a questo nostro convegno, volendo sottolineare implicitamente che le scelte compiute allora rappresentano il primo spartiacque di un secolo di ferro e di fuoco, nel corso del quale si realizzarono, come sappiamo, straordinari e allora inimmaginabili progressi in ogni sfera della vita civile, sociale ed economica, con l’affermazione di un diritto internazionale fondato sull’universalità dei diritti della persona e sul principio di autodeterminazione dei popoli.
Conquiste costate, tuttavia, lutti e sacrifici immensi e le più ignobili crudeltà che la storia moderna ricordi proprio a causa della miopia di governi che, di fronte a quel bivio della storia, imboccarono la strada sbagliata favorendo l’avvento al potere di regimi autoritari e totalitari prodromi del secondo conflitto mondiale.
Non c’è dubbio, del resto, che l’Europa fu il teatro principe di questi processi storici, sebbene, si proiettassero ben oltre i suoi confini. Una questione che per decenni la nostra cultura eurocentrica ha sottovalutato, prestando poca attenzione a ciò che si muoveva in altre aree del mondo, ritenendole marginali, mentre iniziava in quegli anni una sua progressiva e inesorabile perdita di centralità. Uno spartiacque che sappiamo bene ha origine nella guerra scoppiata nel 1914, che sconvolse l’assetto geopolitico del vecchio continente, dando avvio a quella che gli storici hanno chiamato la lunga guerra civile europea.
Storia e Memoria 1/2022
Il 75° anniversario della Costituzione repubblicana.
Questo numero monografico di “Storia e Memoria”, introdotto da un saggio di Gian Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, si propone di offrire al lettore una riflessione sia sul contesto storico in cui la nostra Legge Fondamentale venne discussa, sia sui suoi caratteri peculiari che la rendono quanto mai vitale anche a distanza di molti decenni dalla sua approvazione. Una iniziativa editoriale che l’Istituto ha voluto accompagnare ad un percorso didattico e di studio, il quale ha coinvolto gli studenti della nostra regione in una sorta di “viaggio tra passato-presente-futuro della Carta”. Abbiamo inteso, in tal modo, concludere il progetto triennale incentrato sul rapporto tra “Resistenza-Repubblica-Costituzione”, richiamando, al contempo, il nesso inscindibile tra questi momenti fondanti della nostra democrazia e il carattere aperto e dinamico dei principi e delle norme che ne sono alla base.
2021
Storia e Memoria 2/2021
Le radici della Repubblica nelle biografie di Luciano Bolis, Giacomo Buranello, Aldo Gastaldi, Liana Millu.
In coerenza con il progetto triennale dell’Ilsrec sul rapporto inscindibile tra Resistenza-Repubblica-Costituzione, in occasione del “75° della Repubblica”, questo numero di “Storia e memoria”, che nel 2021 ha salutato il trentesimo anno di attività, traguardo veramente significativo per una rivista scientifica, è dedicato a quattro figure di particolare rilevanza del panorama resistenziale genovese e ligure: Luciano Bolis, Giacomo Buranello, Aldo Gastaldi, Liana Millu. Si tratta di esponenti della lotta di Liberazione le cui parabole esistenziali, nella loro diversità e peculiarità, evidenziano la pluralità della Resistenza, non riducibile a univoche categorie e banali semplificazioni, e al tempo stesso la sua unitarietà, mai infrantasi nonostante le diverse matrici ideologiche, estrazioni sociali e sensibilità politico-culturali dei protagonisti di quei difficilissimi venti mesi. Valori unitari e tensioni ideali capaci di reggere nel dopoguerra alle intemperie intervenute in campo internazionale, le quali produssero una frattura acutissima nella “grande coalizione antifascista”.
Storia e Memoria 1/2021
La resa di Genova nella memoria dei protagonisti
La decisione di pubblicare, in tre lingue, le memorie di Remo Scappini e Günther Meinhold, insieme all’intervista realizzata da Elisabetta Tonizzi e Giovanni Battista Varnier, oggi Vice presidenti dell’ILSREC, vuole essere un omaggio a tutti i protagonisti di quella storica firma, riconoscendo in loro gli uomini che hanno saputo fermare altro spargimento di sangue e terribili distruzioni, piantando al contempo un seme di pace e di riconciliazione tra i popoli. Questo numero speciale di “Storia e memoria” vuole essere il “dono” dell’ILSREC alla città di Genova, insignita di Medaglia d’Oro al V.M. per lo straordinario contributo dei suoi cittadini alla Resistenza, nel 75° anniversario della Liberazione. Consapevoli che quella pagina della nostra storia recente, non va solo “celebrata”, ma deve esserci sempre di ammonimento e di incoraggiamento per affrontare le sfide del presente. Con l’auspicio che sia, per questo, un utile strumento di conoscenza e di riflessione per gli studenti, nel quadro del percorso didattico-formativo che da anni vede la preziosa collaborazione tra il nostro Istituto, l’Università e la Direzione Scolastica Regionale.
2020
Storia e Memoria 2/2020
75° Anniversario della Liberazione
Ripercorrere con spirito critico le vicende del Novecento, riflettere sull’uso pubblico della storia e sul complesso e a volte controverso rapporto tra questa e la memoria, capire le cause profonde della crisi di identità evidente nel sentire di molti giovani e meno giovani, indagare la genesi e le connessioni
dei nuovi fenomeni di un mondo sempre più interdipendente è parte della medesima missione che l’Ilsrec vuole perseguire. La stessa crisi pandemica, d’altro canto, ci ammonisce a comprendere quali conseguenze possono produrre la rottura dell’equilibrio dell’ecosistema, del rapporto tra uomo e natura, l’allargamento
spaventoso dei divari sociali e le teorie miopi e funeste dei “primatismi” e “fondamentalismi”. Teorie regressive e oscurantiste, le quali, non a caso, si nutrono di fobie e visioni antistoriche e antiscientifiche, che pongono angoscianti domande per la convivenza civile fondata sui diritti di cittadinanza e sullo stato di diritto. Per tali ragioni, con sempre maggiore vigore, l’Ilsrec intende dare il proprio contributo per l’avanzamento della conoscenza e della cultura, del principio di responsabilità e del senso di comunità, contro ogni pulsione regressiva e antidemocratica. [Dalla Presentazione di Giacomo Ronzitti]
Storia e Memoria 1/2020
Democrazia e Web
Stiamo per festeggiare il settantacinquesimo anniversario della Liberazione.
E più ci avviciniamo al 25 aprile 2020, più cresce la consapevolezza che la nostra democrazia – come per altro le democrazie di molti altri Paesi occidentali – sta attraversando un tempo di crescente malessere.
Che cosa non funziona? “Storia e memoria”, la rivista dell’Istituto ligure di storia della Resistenza e dell’età contemporanea, con un numero speciale dedicato a “Democrazia e web” vuole farsi carico della sfida che le nuove generazioni devono fare propria. Vogliamo pensare che i giovani potrebbero diventare
“i nuovi partigiani dell’epoca digitale”.
Democrazia e web sono due parole dense di significati che nell’età contemporanea si accavallano, si intersecano. Proviamo, intanto, a prenderle in considerazione una per una e cercare di capire che cosa si è rotto oppure che cosa è nato nell’immaginario collettivo evocato da ciascuna di queste due parole.
2019
Storia e Memoria 1/2019
1938-2018 80° dell’emanazione delle leggi razziali. Testimonianze, saggi, riflessioni
Ricordare, a ottant’anni di distanza, l’emanazione delle leggi razziali significa non solo rendere un doveroso omaggio alle vittime di quegli odiosi provvedimenti, ma fare i conti con una pagina tra le più vergognose della nostra storia nazionale per troppo tempo rimossa.
Per ricordare ciò che è stato e per offrire ai giovani, futuri cittadini, utili spunti di riflessione a beneficio di una coscienza civica matura e consapevole, in una temperie culturale come l’attuale, segnata da minacciosi spettri xenofobi e pericolose pulsioni “sovraniste”, il nostro Istituto ha deciso di organizzare una molteplicità di iniziative, che hanno avuto il loro momento centrale nella testimonianza della Senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’inferno di Auschwitz.
Per dare continuità a questo importante momento, pubblichiamo questo numero speciale di “Storia e Memoria”, che si propone come utile strumento didattico per ulteriori approfondimenti di quell’ignominioso e terribile capitolo della storia italiana ed europea. A tal fine questo numero della rivista, oltre al discorso della Senatrice Segre e al relativo DVD allegato, contiene le testimonianze di due sopravvissuti genovesi, Gilberto Salmoni e Liana Millu, saggi storiografici dedicati rispettivamente ai temi dell’antisemitismo e deportazione degli ebrei italiani (Paolo Battifora), delle leggi razziali (Carlo Brusco), delle vicende della comunità ebraica di Genova (Chiara Dogliotti), e il resoconto dell’emblematico e commovente incontro intitolato Passato e presente tra arte e memoria.
Con ciò abbiamo inteso fare nostro l’ammonimento di Liliana Segre e contribuire a tenere viva la coscienza storica, affinchè; come lei ha detto, “la memoria della Shoah, domani, non sia un semplice rigo riportato in un libro di testo”.
Storia e Memoria 2/2019
“Dove va l’Europa?”
Nel rispetto dei propri impegni statutari e in stretto collegamento con il progetto sulla “cittadinanza europea” rivolto al mondo della scuola e dell’Università, la dirigenza dell’Istituto e, di rimando, la direzione di “Storia e memoria” ha voluto dedicare i primi fascicoli dell’annata 2019 all’80° dell’emanazione delle leggi razziali da parte del regime fascista e all’Europa di oggi.
In questa direzione, la creazione di un’ Europa “libera e unita” risulta il naturale e coerente sviluppo dei valori che animarono la Resistenza, e, nel contempo, come ha scritto il presidente Ronzitti, costituisce “la risposta più lungimirante che le classi dirigenti dei sei paesi fondatori seppero dare dopo due terribili conflitti e la tragedia delle persecuzioni della Shoah”, e oggi l’“unica vera prospettiva di una democrazia sovranazionale” che possa garantire un futuro di pace.
Introdotto dal messaggio di saluto del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il fascicolo si articola in interventi di Romano Prodi, Giuliano Amato, Sandro Gozi, Giovanni Toti, Emma Bonino, Alessandro Cavalli, Franco Praussello, Roberta Pinotti, Sergio Cofferati, Daniela Preda, Giovanni Maria Flick, Silvia Giulini, Guido Levi, Arianna Viscogliosi. Corredato da una sezione iconografica, è chiuso dalla lectio magistralis del presidente della Bce Mario Draghi (Scuola superiore Sant’Anna, Pisa, 15 dicembre 2018) e dal discorso di insediamento alla Presidenza del primo Parlamento europeo di Simone Veil (Strasburgo, 18 luglio 1979).
2018
Storia e Memoria 2/2018
Dalla nascita della Repubblica alla stagione del centrismo
L’apertura della sezione I Temi della Storia è dedicata agli interventi presentati al ciclo di conferenze Dalla nascita alla Repubblica alla stagione del centrismo, organizzato dall’ISREC e tenutosi a Genova nell’autunno del 2017 – che dà il titolo al numero della rivista, da Paolo Pombeni (La Costituente e la Costituzione repubblicana), Angelo Ventrone (Cittadinanza repubblicana e partiti di massa), Daniela Preda (Alcide De Gasperi: la stagione del centrismo), Aldo Agosti (Palmiro Togliatti e la politica del Pci), e con presentazione del presidente Giacomo Ronzitti.
A discrimine della sezione si pubblica la testimonianza resa a Franco Gimelli e Roberta Bisio da Emanuele Macaluso, un protagonista della politica italiana per oltre mezzo secolo. A seguire il saggio di Andrea Wilkens sul difficile percorso del riconoscimento pubblico e storiografico del movimento della Resistenza, nei suoi tratti significativi e nelle sue figure, e più in generale sul concetto di “fare i conti con il passato” e la memoria nel secondo dopoguerra tedesco, e gli articoli di Maria Elisabetta Tonizzi sui Gruppi di difesa della donna (1943-1945) e di Maria Teresa Giusti su La difficile scelta degli internati militari italiani.
La sezione Memorie di Liguria comprende il contributo di Anna Marsilii sul fondo Questura dell’Archivio di Stato di Genova e sul sistema di sorveglianza dal regime fascista a quello democratico e l’appendice di approfondimento su “La Scintilla”, “periodico comunista per i lavoratori di Sestri”, a cura di Marco Peschiera ed Enrico Baiardo
2017
Storia e Memoria 1/2017
La Democrazia europea di fronte alle nuove sfide
Storia e Memoria 2/2017
Resistenza ed Europa