“Storia e memoria”, il semestrale dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea “Raimondo Ricci”, già Istituto della Resistenza in Liguria, ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1992. L’esigenza di fondo, già avvertita dagli Annali di “Storie e memorie”, editi a partire dal 1990, era quella di dotarsi di uno strumento atto a indagare e approfondire alcuni importanti snodi del Novecento – con particolare riferimento alle vicende del fascismo, della Seconda guerra mondiale e della Resistenza – far dialogare la storia locale con la storia nazionale e internazionale, il passato con il presente, la storia con la memoria individuale e collettiva, promuovere infine l’attività scientifica e didattica dell’Istituto.
Coerentemente con questi presupposti, nel corso degli anni Novanta “Storia e Memoria” ha partecipato al dibattito storico e storiografico nazionale e internazionale ospitando nelle sue pagine saggi di Gaetano Arfé, Enzo Collotti, Antonio Gibelli, Lutz Klinkhammer, Pierre Milza, Hans Mommsen, Gabriele Ranzato, Giorgio Rochat, Gerhard Schreiber, Pietro Scoppola e tanti altri noti studiosi che non è possibile qui ricordare. Sono stati allora affrontati criticamente temi complessi e spinosi quali il collaborazionismo, il revisionismo o il negazionismo, senza peraltro trascurare la storia di Genova e della Liguria, alle quali sono state dedicate ricerche originali.
Nel frattempo gli Istituti storici della Resistenza, a Genova come nel resto d’Italia, mutavano il loro nome in Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea. Ciò implicava un allargamento della sfera di indagine e di ricerca che non poteva non interessare “Storia e Memoria”, che nel nuovo secolo agli studi sulla deportazione, sul totalitarismo e sulla Ricostruzione – per citare tematiche molto frequentate dalla rivista – avrebbe presto affiancato ricerche sui conflitti del Novecento, sui genocidi, sull’azione delle Corti penali internazionali. Sin dai primi anni del nuovo secolo un’attenzione particolare è stata inoltre dedicata al processo d’integrazione europea, nella consapevolezza che la creazione della Comunità Europea prima, e dell’Unione europea poi, rendevano quanto mai necessario sul piano storico uno sguardo interpretativo capace di andare oltre quella dimensione nazionale che aveva caratterizzato buona parte della storiografia del Novecento.
Questa tendenza si è ulteriormente rafforzata negli ultimi anni con la nuova presidenza dell’Istituto di Giacomo Ronzitti e con la direzione della rivista affidata a Giancarlo Piombino prima e a Carlo Rognoni poi, nell’ambito di un rinnovamento più generale che ha portato alla ridefinizione della linea editoriale, a una nuova composizione del Comitato di Direzione, della Redazione e del Comitato Scientifico di “Storia e Memoria”, all’adeguamento ai criteri e agli standard scientifici internazionali.